Le principali misure per i lavoratori
Il Decreto Cura Italia ha sviluppato una serie di punti dolenti in merito alle discipline dei lavoratori:
- Le aziende durante i due mesi interessati dal blocco totale, non potranno operare licenziamenti per giustificato motivo oggettivo, a prescindere dal calo degli ordini o dalla chiusura dei reparti produttivi;
- la cassa integrazione è reperibile anche per i lavoratori del settore privato, a patto che il lavoratore abbia avuto una riduzione o una cessazione del proprio ruolo lavorativo per un periodo fino a nove settimane, a partire dal 23 febbraio di quest’anno;
- per coloro che hanno un contratto a progetto in scadenza in questo periodo, questo può essere prolungato e rinnovato anche per quanto riguarda quelli di somministrazione;
- è anche prevista una maggiorazione pari a 100 euro per tutti coloro, dipendenti pubblici o privati, che continuano durante questa emergenza a lavorare nella sede indicata dal contratto di assunzione;
- per i titolari di attività o comunque per tutte le partite Iva che devono adempiere agli obblighi tassativi secondo legge, le scadenze sono state prorogate e/o sospese;
- anche le riscossioni o l’emissione di cartelle esattoriali da parte dell’Agenzia delle Entrate, sono state sospese e prorogate a giugno;
- i lavoratori autonomi, aventi una partita Iva, nel caso in cui abbiano subito una riduzione del carico di cessazione oppure una cessazione, possono fare domanda anche in autonomia presso il sito dell’Inps, per un buono pari a 600 euro, la cui proroga sarà decisa in sede dibattimentale successiva;
- per quanto riguarda il mutuo relativo alla prima abitazione, ne si può richiedere la sospensione direttamente presso la banca di appartenenza;
- anche per i mutui relativi alla propria attività commerciale, nel caso di Partite Iva, possono essere sospesi nella loro esecuzione secondo, a patto che si dimostri di aver subito una perdita per il 33% di fatturato;
- vengono stanziate anche le garanzie statali per piccole, medie e grandi imprese, nella richiesta di mutui e prestiti a carattere di liquidità, divisi in modo tale da: fornire garanzie fino al 100% da parte dello Stato per le imprese che richiedono fino a 25 mila euro, mentre le garanzie per coloro che chiedono 800 mila euro diminuiscono nella partecipazione statale fino al 90%.
Questi provvedimenti risultano significativi negli importi spesi o comunque messi a disposizione dallo Stato italiano, che ha riconosciuto un valore di azione di tutti i 25 miliardi che erano stati prospettati in sede di ipotesi e si vanno a sommare ad eventuali provvedimenti che vengono presi da Comuni in modo indipendente, in base a quanto essi hanno ricevuto dallo Stato centrale.
La tutela del lavoratore dipendente, che va in pari con quello che si tenta di garantire alle imprese titolari, ha il fine ultimo di bloccare i costi ed aumentare la liquidità disponibile, abbreviando la burocrazia che occorre per le richieste: molte somme vengono stanziate semplicemente fornendo un’autocertificazione circa la propria condizione reddituale.