Un tema da sempre molto caro e scottante, del panorama italiano è quello delle pensioni, che spesso è stato oggetto di cambiamenti sia in positivo che in negativo, nei confronti dei lavoratori. Di recente è stata apportata una modifica a quello che è il decreto di Quota 100, stabilito dal governo Movimento 5 Stelle e Lega. L’ultima modifica risale al 16aprile e stabilisce che i contributi vanno conteggiati anche nei periodi in cui il soggetto si trova in regime di disoccupazione Naspi. Andiamo però a vedere nel dettaglio i nuovi parametri.
L’Istituto di Previdenza Sociale Italiano, ha indicato come il soggetto che si trova in regime di disoccupazione Naspi possa comunque continuare a conteggiare i propri contributi al fine di poter rientrare in quello che è il regime di pensione anticipata, stabilito da Quota 100. Il regime di disoccupazione Naspi però, non permette che questo lasso di tempo, venga conteggiato assieme ai contributi utili versati, se non dopo aver versato almeno 35 anni di lavoro, il minimo previsto per a arrivare a 42 anni e 10 mesi.
L’Istituto INPS ha precisato che l’Opzione Donna sarà valida anche per tutto l’anno 2019. Le donne interessate potranno entrare nel regime pensionistico una volta versati i 41 anni e dieci mesi di contributi. Questi comprendono qualsiasi contributo sia stato versato dall’individuo, sia che possa essere da lavoratore autonomo, volontario o di ricongiunzione, ect. I contributi detti figurativi, possono essere comunque inseriti al suo interno sempre dopo i 35 anni di lavoro minimo richiesto, per il raggiungimento degli anni necessari a ottenere la pensione. Non possono essere conteggiati unitamente, però, i contributi erogati in caso di malattia o disoccupazione Naspi e similari. Il calcolo dell’assegno di pensione che verrà erogato, considererà solo ed esclusivamente i contributi interamente versati.
Il provvedimento per la pensione anticipata, prevede che, solo durante questo mese, le richieste di pensionamento saranno più di 25000. Altrettante si prevedere saranno presentate anche per il mese di maggio. Secondo il decreto, questo emendamento permette a tutti gli individui con almeno 62 anni compiuti e almeno 38 anni di contribuzione attiva, di poter richiedere il proprio assegno pensionistico. Questo è il parametro minimo, dal quale prende il nome appunto il provvedimento stesso (62+38=100).
Se riteniamo dunque di avere i requisiti, sia per quanto riguarda l’età che in merito ai contributi versati, possiamo decidere di fare domanda per questo assegno pensionistico. Ovviamente, il valore dell’assegno sarà ridotto rispetto a coloro che decideranno di continuare a lavorare fino ai 42 anni di contributi o fino al superamento dei 65 anni di età. Ad ogni modo, se il livello di pensione che ci viene proposto attraverso questa legge, dovesse soddisfare le nostre necessità, è meglio cogliere al volo questa occasione e cominciare a godere di quello che è il frutto di duri anni di lavoro. Sta quindi agli italiani decidere, qualora ce ne fossero i parametri, se anticipare la propria pensione o continuare a lavorare.