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Come viene suddivisa l’Eredità in mancanza di Testamento?

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  • Come viene suddivisa l’Eredità in mancanza di Testamento?
Published by Romano Trentin at 11/10/2018
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  • Diritto di Famiglia e successioni
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    Quando una persona muore senza lasciare alcun testamento, l’eredità viene suddivisa facendo riferimento alla successione legittima, seguendo i criteri stabiliti dalla legge che prevedono che la stessa venga suddivisa tra coniuge, figli, parenti più stretti e, infine, lo Stato.

    La regola della parentela

    Il primo articolo che disciplina la suddivisione dell’eredità di un defunto è il numero 457 del Codice Civile, il quale mette in risalto il fatto che i beni della persona trapassata dovranno essere suddivisi partendo dal grado di parentela maggiormente stretto fino a quello lontano.
    Ogni erede potrà decidere, di sua spontanea volontà, di rinunciare all’eredità che gli spetta di diritto.

    L’ordine dei parenti e il coniuge

    L’articolo 565 disciplina che, i parenti che ricevono l’eredità in caso di morte di una persona che non lascia alcun testamento deve essere suddivisa tra:

    • coniuge;
    • figli;
    • nipoti;
    • genitori e zii;
    • parenti entro il sesto grado;

    Se il defunto ha dei discendenti (figli e nipoti) essi concorrono solo con il coniuge, escludendo gli ascendenti (genitori e nonni).

    Relativamente ai figli, è prevista una disciplina particolare a tutela dei concepiti, che vengono inclusi dalla legge tra i possibili successori a patto che il concepimento sia avvenuto, ovviamente, prima della morte e che il concepito nasca entro i 365 giorni dalla morte del padre. Come figli “successori” non vanno considerati solo quelli naturali, ma anche quelli adottivi, legittimi e legittimati.

    I coniugi e l’eredità

    Se per gli altri parenti non vi sono delle differenti distinzioni, occorre parlare del caso del coniuge.
    Questo ha diritto all’eredità solo ed esclusivamente se questo risulta essere tale agli occhi della legge e dello stato.
    Il convivente, quindi, non rientra tra i potenziali successori e non gli verrà attribuito alcun bene del patrimonio ereditario a prescindere dalla durata e intensità del rapporto avuto con il defunto.

    È bene ricordare anche che il coniuge separato avrà gli stessi identici diritti del coniuge non separato, fino a quando non interverrà una sentenza di divorzio. Per gli ex coniugi divorziati è previsto un assegno vitalizio, nel caso in cui gli stessi percepissero gli alimenti al momento della morte del defunto.

    I costi e le tasse previste

    La suddivisione dei diversi beni viene disciplinata in modo ben preciso e solo in presenza di un notaio sarà possibile conoscere l’esatta suddivisone dell’intera eredità. Le spese notarili da versare verranno calcolate pro quota e varieranno in base alla consistenza del patrimonio e alla complessità della suddivisione. Ogni erede pagherà quindi il notaio in base alla sua quota ereditaria.

    Tra le altre cose che spettano agli eredi abbiamo il rilascio della dichiarazione di successione presso l’Agenzia delle Entrate (che può essere fatta anche singolarmente da uno degli eredi). Sulla base della dichiarazione consegnata, l’Agenzia delle Entrate andrà a calcolare l’imposta di successione spettante agli eredi. Se l’eredità è composta anche da beni immobili, oltre all’imposta di successione agli eredi spetterà anche il pagamento dell’imposta catastale e dell’imposta di trascrizione.

     

    Riferimenti

    [1] Articolo 457 Codice civile (R.D. 16 marzo 1942, n.262) Delazione dell’eredità
    [2] Articolo 565 Codice civile (R.D. 16 marzo 1942, n.262) Categorie dei successibili

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