Il danno da vacanza rovinata può essere riscontrabile per varie motivazioni tra cui: un ritardo dell’aereo, la perdita del bagaglio da parte della compagnia aerea, alberghi o residence che non rispecchiano quanto pattuito. Il danno può derivare anche dal mezzo di trasporto che può compromettere la psico-fisicità del turista.
In questa guida potrai trovare tutte le cose che è meglio sapere per capire se e come richiedere un rimborso in seguito ad una vacanza rovinata.
Perché si configuri il “danno da vacanza rovinata” deve sussistere una grave inadempimento o un’inesatta esecuzione delle prestazioni previste da contratto; è necessario che il viaggiatore abbia delle prove tangibili del danno riscontrato. Una volta che è stato confermato il danno è possibile verificare di quale tipo esso sia: patrimoniale che riguarda i costi avvenuti oppure morale che è provocato dalla delusione per i disservizi riscontrati.
Oggi è possibile ricevere un rimborso che può essere richiesto all’organizzatore del viaggio; compresa anche la restituzione di tutto l’intero importo. Il valore rimborsabile viene calcolato considerando anche le spese extra che sono state sostenute e il servizio che non è stato erogato. La Corte di Giustizia della Comunità Europea con causa C-168/00 del 12 marzo 2002 ha stabilito che il consumatore ha diritto ad essere risarcito sia per i danni morali che per quelli materiali, che hanno provocato una situazione stress del vacanziere.
Nel caso in cui arrivati a destinazione, l’hotel (o la casa) non dovesse essere come descritta nella foto o come raffigurata sul sito web, è possibile contestare il fatto al tour operator o all’agenzia di viaggio che ha organizzato la vacanza. Lo stress può essere causato poi da un cambio avvenuto relativamente alla partenza, ritardi del volo consistenti o overbooking. In tutti questi casi è necessario compilare un modulo e rivolgersi a un giudice di pace.
Se avviene la mancata consegna del bagaglio per smarrimento è prevista una penale che può essere di 1.164 € se la compagnia è europea o aderisce alla convenzione di Montreal o di circa 19 euro al kg se aderisce alla convenzione di Varsavia. In caso di spiaggia impraticabile o altri disservizi relativamente a quelli attesi e previsti da contratto o se il volo è in ritardo o addirittura cancellato è possibile tranquillamente richiedere un rimborso: per viaggi inferiori a 1.500 km il rimborso è di 250 €, per viaggi tra i 1.500 e i 3.500 km il rimborso è superiore a 600 €; se ci sono dei ritardi anche di 5 ore il passeggero può richiedere il rimborso e rinunciare al volo senza pagare alcuna penale.
L’overbooking avviene quando si verifica un cambiamento che coinvolge la destinazione o l’hotel prenotato. In questo caso la compagnia dovrà eseguire tutte le verifiche del caso. In caso di overboarding dell’aereo, il passeggero ha diritto ad essere rimborsato in base alla lunghezza della tratta. Vengono rimborsati 125 € per meno di 2 ore di ritardo, 250 € per ritardi superiori alle 2 ore e per viaggi fino a 1.500 km e 200 € per le 3 ore di ritardo. Se l’aereo dovesse superare le 4 ore di ritardo l’importo del rimborso può raggiungere i 400 € mentre per tratte oltre i 3.500 km è possibile essere rimborsati di 1.500 €.
La lettera di reclamo del rimborso può essere spedita tramite PEC o raccomandata A/R e deve contenere i dati del turista, quelli del tour operator, dell’agenzia di viaggio o di qualsiasi altro intermediario, la descrizione dell’accaduto, le foto e i documenti. La richiesta di rimborso deve avvenire, come stabilito dal Decreto Legislativo 79/2011 del Codice del Turismo, entro 10 giorni dalla data di rientro presso la Corte suprema di Cassazione ed è possibile che il rimborso avvenga anche dopo diversi mesi.